Il castello ‘fantasma’ di Gesso: battaglie all’ombra delle mura

Bologna, 1 aprile 2015 – Razzie, assedi, battaglie. Nello sperone di roccia chiara visibile nella località di Gesso, lungo la strada che porta a Calderino, oggi diventato un percorso conosciuto da molti trekker, un tempo si ergeva un castello. Per raccontare le memorie che scaturiscono da quell’area, protagoniste del nostro podcast il Resto di Bologna, prendiamo spunto da un articolo uscito su ‘Nelle Valli Bolognesi’, magazine trimestrale di storia, tradizione e culture edito da Emil Banca e diffuso nelle sedi dell’istituto e in allegato al Carlino. In epoca romana, sorge il villaggio detto Pagus Gixi, che si trasforma poi in castrum, nel Medioevo.
Compaiono così le mura, la torre, i soldati. Il castello passa sotto il dominio dei Canossa, è teatro di atti notarili, dispute ecclesiastiche e giochi di potere. E quando il potere di Matilde si dissolve, racconta Giuseppe Rivalta, presidente onorario del Parco Museale Val di Zena, le sue terre vengono contese: a Gesso arrivano i Conti di Sala, poi il Comune di Bologna. Nel 1301 la tensione esplode nel sangue. Desolo di Guzzano, insieme ad alcuni briganti, saccheggiano e uccidono facendo scorribande in varie località del circondario.
L’11 novembre la banda arriva a Gesso e, dopo aver ucciso e depredato il paese, si rifugia nell’omonimo castello, in cima alla rupe. Il Senato bolognese convoca Paganino da Panico (nobile e temuta famiglia della Valle del Reno) e gli affida 400 soldati. Dopo alcuni assalti falliti, Paganino usa l’inganno e, fingendo la ritirata, attacca a sorpresa. È un bagno di sangue: Desolo, ferito a morte, viene trascinato a Bologna e il suo corpo è appeso a una quercia, come monito. Il castello resiste ancora per un secolo. Nel 1451 era già in rovina. Negli anni Sessanta, sono venute alla luce le fondamenta e la cisterna, ma c’è ancora tanta storia da raccontare.
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